Suona come un gesto intimidatorio, di quelli che si fatica a crederci e di cui non si vorrebbe raccontare. Mario Amicone, direttore di nomina politica dell’Agenzia regionale per l’ambiente, vince una causa contro il Messaggero per una vicenda di tre anni fa e il gruppo editoriale, il direttore responsabile Mario Orfeo e la collega Lilli Mandara vengono condannati “in solido” a pagare 45 mila euro.
In tutti i casi del genere ci si rivale sull’editore che ha coperture assicurative e fondi accantonati a questo scopo. Invece no. L’atto di precetto per l’intera somma viene inviato al soggetto più debole della catena: la giornalista Mandara. Una decisione stupefacente se l’obiettivo era, come è, quello di avere un risarcimento in denaro. Normalmente si cerca dove si è certi di venire ristorati.
Invece, in questi giorni, l’ufficiale giudiziario procederà al pignoramento dei beni personali della collega. Noi ci saremo, e invitiamo i colleghi abruzzesi ad esserci, in tanti, con tutti gli strumenti del mestiere, quelli che ci consentono di raccontarla e divulgarla bene questa storia perchè non vi è dubbio che l’accaduto riveste valore generale in quanto minaccioso precedente che può colpire tutti.
Il nostro, quindi, non è solo un atto dovuto, e ci mancherebbe altro, non è solo un gesto di solidarietà nei confronti della collega che ogni giorno racconta le storie e le “malestorie” abruzzesi dal suo blog Maperò, ma un gesto di protesta e testimonianza per far si che lei, come qualunque giornalista, possa continuare a fare il suo lavoro sconfiggendo un clima di intimidazione verso l’informazione che si sta facendo sempre più palpabile e pesante.
Segreteria SGA