Giornali, agenzie e in genere i mezzi dell’informazione esercitano liberamente e con voce plurale il loro dovere di cronaca e di critica, che trova fondamento in un principio costituzionale e corrispondenza nel parallelo diritto dei cittadini a essere informati.
Questo basilare principio di ogni democrazia va ancora una volta ribadito a un politico intollerante verso le voci della libera stampa. Questa volta si tratta del sindaco di Pescara Carlo Masci, che replica infastidito, con un violento post sulla sua pagina Facebook, alle notizie sul suo dietrofront a proposito della concessione della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. La testimone vivente dell’orrore dei lager, occorre ricordare al sindaco Masci, è sotto scorta perché quotidianamente oggetto di vergognose minacce proprio attraverso le piattaforme social che Masci esalta come praterie della libera manifestazione del pensiero, contrapponendole all’informazione garantita, nei mass media, da professionisti tenuti all’osservanza di regole e garanzie. È un curioso capovolgimento della realtà che malcela l’eterno riproporsi dell’insofferenza del potere e degli uomini di potere verso ogni forma di controllo sul proprio operato.
Il segretario Sga
Ezio Cerasi
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti
Stefano Pallotta