Dai frelance una lettera aperta al Presidente del Consiglio

2 Gennaio 2016 / Commenti disabilitati su Dai frelance una lettera aperta al Presidente del Consiglio

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La posizione dei giornalisti autonomi dopo le dichiarazioni di Matteo Renzi affermate nel corso della conferenza stampa di fine anno con la stampa parlamentare.

PESCARA – Lo scorso 29 dicembre il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha tenuto una conferenza stampa di fine anno con la stampa parlamentare. L’incontro è stato organizzato da Sergio Amici con la collaborazione dell’Ordine dei Giornalisti. Enzo Iacopino (presidente dell’Ordine dei Giornalisti), durante l’introduzione, ha esposto lo scenario che la categoria dei giornalisti sta vivendo oggi. Iacopino ha usato due termini forti: schiavitù e barbaria.

L’uno per descrivere la situazione del precariato (di ogni ordine e grado). E l’altra per ribadire la ‘lacunosa’ tutela legale per la categoria. Ma, per farla breve, il Presidente del Consiglio è scivolato sulla buccia di banana: con molta superficialità ha sviato il fulcro del problema negando l’esistenza di schiavitù e barbaria. E non solo ha tuonato: ‘’io abolirei già da domani l’Ordine dei Giornalisti’’. Lo stesso Iacopino, nella sua introduzione, aveva già affermato la necessità di una riforma dell’Ordine, con una rivisitazione del codice deontologico. Immediata, ma molto meditata e partecipata, la reazione della Commissione Lavoratori Autonomi della Fsni che ha deciso di scrivere una lettere aperta indirizzata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Di seguito pubblichiamo il testo:

DAI FRELANCE, UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Signor Presidente del Consiglio,
in apertura del 2016 ci rivolgiamo a lei, da freelance attivi nella Fnsi – il sindacato dei giornalisti italiani – e nella sua Commissione nazionale lavoro autonomo, per esprimerle sconcerto per il tono liquidatorio da lei usato, durante l’incontro stampa di fine anno, sul tema dei giornalisti precari sottopagati.
Davanti al problema manifestato in apertura dal Presidente dell’Ordine dei giornalisti, lei lo ha negato, dando l’impressione di ignorare le reali condizioni di lavoro della maggioranza dei giornalisti italiani. Condizioni che dovrebbero esserle note, sia per il suo ruolo istituzionale, sia tramite il Sottosegretario all’Informazione ed editoria Lotti, che presiede la Commissione per l’equo compenso per i giornalisti non dipendenti.
I dati ufficiali dimostrano che i lavoratori autonomi e atipici sono oggi il 62,6% dei giornalisti attivi, e sono in rapida crescita. Spesso con redditi medi da 11.000 euro lordi l’anno, e nella metà dei casi di circa 5.000. Con spese a proprio carico, e con una netta disparità di diritti, tutele e forza di contrattazione rispetto ai colleghi dipendenti. E queste sono condizioni di oggettiva debolezza, di ricatto occupazionale e sfruttamento del lavoro, che ledono la libertà e la qualità dell’informazione.
Dovere deontologico dei giornalisti è di informare correttamente, senza subire condizionamenti. Ma per farlo serve anche non essere costantemente oggetto di ricatti economici ed occupazionali. Che è ciò che accade a gran parte degli autonomi, che contribuiscono significativamente, da collaboratori esterni – senza tutele, sicurezze e quasi sempre senza retribuzioni adeguate – al sistema informazione di questo Paese. E non stiamo pensando solo alle grandi testate, ma anche a quelle minori, alle realtà periferiche, a quelle a rischio come nelle terre di mafia, dove l’informazione riguarda la vita quotidiana dei cittadini.
Condizioni di lavoro, queste, che non vengono riequilibrate dai 20 euro lordi ad articolo, o dai 6 euro lordi per un lancio d’agenzia o di un articolo su web, così come individuati nelle pasticciate norme d’attuazione della legge 233/2012 sull’equo compenso giornalistico. Legge peraltro largamente inattuata, e spesso a fronte di retribuzioni anche di molto inferiori.
Tutti questi sono problemi che riguardano anche il Governo e i suoi poteri d’intervento.
Lo affermiamo con la consapevolezza di chi cerca di trovare nella contrattazione tra sindacato ed editori una risposta a dei temi cruciali per il futuro del settore. Ma proprio per questo ci permettiamo anche di suggerirle, signor Presidente del Consiglio, qualche tema che Governo e Parlamento potrebbero già da oggi utilmente affrontare:
– Contributi e agevolazioni pubbliche solo agli editori che dimostrano di pagare equamente e con regolarità i giornalisti
– Superamento dei contratti atipici nel mercato dell’informazione, supportando l’emersione dalla precarietà, il lavoro stabile, o comunque il “buon lavoro” equamente retribuito
– Garantire pari diritti e tutele al lavoro giornalistico sia dipendente che autonomo
– Rimettere urgentemente mano alla delibera d’attuazione dell’Equo compenso giornalistico per i lavoratori autonomi (ora sub judice del Consiglio di Stato, dopo la bocciatura del TAR del Lazio)
– Prorogare l’esistenza della Commissione per l’equo compenso, in scadenza nei prossimi mesi, senza la quale la legge 233/2012 che lo prevede sarebbe inapplicabile
– Emanazione da parte dal Ministero della Giustizia delle tariffe per la liquidazione giudiziale dei compensi giornalistici, come da Decreto ministeriale 140/2012 sui compensi professionali
– Imporre la tracciabilità e l’obbligo di firma di tutti gli articoli, per tutte le testate registrate, anche online, al fine di agevolare i controlli e far emergere il lavoro nero o non retribuito
Per queste ed altre ragioni, e per poter guardare a “un 2016 all’insegna della libertà di informazione”, sono necessarie risposte e impegni urgenti. E non solo dei giornalisti e delle parti sociali, ma anche delle Istituzioni locali, del Parlamento e del Governo.
Oggi sta a ciascuno fare la propria parte.
Con gli auguri di un produttivo e positivo 2016

– Maurizio Bekar, rappresentante del Friuli Venezia Giulia e coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo (Clan-Fnsi), del direttivo Assostampa Friuli Venezia Giulia
– Ferdinando Baron, rappresentante della Lombardia nella Clan-Fnsi, della Commissione Contratto Fnsi-Fieg
– Marco Bobbio, rappresentante del Piemonte nella Clan-Fnsi, del direttivo Assostampa Subalpina
– Susanna Bonfanti, rappresentante della Toscana nella Clan-Fnsi
– Claudio Chiarani, rappresentante del Trentino Alto Adige nella Clan-Fnsi, del direttivo Assostampa Trentina
– Candida De Novellis, rappresentante dell’Abruzzo nella Clan-Fnsi, del direttivo Sindacato Giornalisti Abruzzesi
– Livia Ermini, rappresentante del Lazio nella Clan-Fnsi
– Dario Fidora, rappresentante della Sicilia nella Clan-Fnsi
– Antonio Fico, rappresentante del Lazio nella Clan-Fnsi, del direttivo di Stampa Romana
– Luca Gentile, rappresentante della Sardegna nella Clan-Fnsi, del direttivo Assostampa Sarda
– Francesca Marruco, rappresentante dell’Umbria nella Clan-Fnsi, del direttivo Assostampa Umbria
– Ottavia Molteni, rappresentante della Lombardia nella Clan-Fnsi
– Laura Viggiano, rappresentante della Campania nella Clan-Fnsi, del direttivo Sindacato Unitario Giornalisti della Campania e presidente della Commissione regionale lavoro autonomo

LA LETTERA E’ APERTA ALLE ADESIONI DI ALTRI GIORNALISTI

Le adesioni (nome, cognome, qualifica professionale ed eventuali incarichi) vanno inviate a: giornalistifreelance